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Una delle
ultime tendenze nell’ambito della fabbricazione di prodotti di consumo è
l’impiego di nano particelle ingegnerizzate, ma ancora molte persone
non sono a conoscenza del fatto che consumano e assimilano queste
sostanze. La ricerca ha scoperto che alcune nano particelle
ingegnerizzate possono essere tossiche e altamente nocive per la salute,
sono, infatti, in grado di causare danni alle cellule e al DNA, e
possono portare allo sviluppo di diverse tipologie di cancro.
Le Nano-Particelle Ingegnerizzate, causano il cancro e danneggiano il DNA
Le nano
particelle sono di dimensioni microscopiche con una dimensione inferiore
di 100 nanometri (nm). Concretamente, un foglio di carta è spesso circa
100,000 nm, e un filamento del DNA umano misura circa 2.5 nm di
spessore. Le nano particelle ingegnerizzate rappresentano un campo di
interesse per la ricerca e lo sviluppo grazie al impiego in materiali di
consumo e nella produzione di alimenti, e per la loro potenziale
applicazione nel campo elettronico, ottico e biomedico. “Le
nanoparticelle sono di grande interesse scientifico in quanto sono
effettivamente un ponte fra materiali di massa e strutture atomiche o
molecolari.”
Sul
mercato, le nanoparticelle possono essere trovate nelle creme solari,
giocattoli, vestiti, cibo, medicinali, caramelle, cosmetici, ceramiche,
vernici e molti altri prodotti comuni, e sono già una parte onnipresente
del nostro ambiente di consumo tossico. Alcuni attivisti del cibo hanno
già richiamato l’attenzione sui pericoli legati all’utilizzo di nano
particelle diossido di titanio, facendo notare che “la forma del comune
agente di ‘schiarimento’ conosciuto come diossido di titanio è in grado
di indurre cambiamenti dell’effetto tumorale nelle cellule umane
esposte.
Il nano
titanio è stato trovato in prodotti fabbricati da Jello, Nestlé,
M&M’s, Mother’s, Mentos, Albertson’s, Hostess e Kool Aid.
Ricerche
precedenti si sono ampiamente concentrate sui danni alle cellule del
corpo umano, tuttavia, un nuovo studio attuato dal Massachusetts
Institute of Technology e dalla Harvard School of Public Health indicano
che particolari nano particelle ingegnerizzate possono direttamente
danneggiare il DNA umano. Concetto che dovrebbe fermare immediatamente
produttori ed erogatori nell’uso di nano particelle nei prodotti di
consumo.
I
ricercatori hanno scoperto che l’ossido di zinco nelle nano particelle,
spesso usati nelle creme solari per bloccare i raggi ultravioletti,
danneggiano significativamente il DNA. È stato scoperto che l’argento in
nanoscala, aggiunto a giocattoli, dentifrici, vestiti e altri prodotti
per le sue proprietà antimicrobiche, produce considerevoli danni al DNA.
Dato il
fatto che il tasso di cancro mondiale continua a crescere, e
specialmente alla luce della recente previsione del World Health
Organization che mostra che il tasso di cancro crescerà in modo
sbalorditivo al 57% nei prossimi 20 anni, i risultati ottenuti si
presentano estremamente allarmanti.
Gli studi
del Massachusetts Institute of Technology e dell’Harvard School of
Public Health si sono concentrati su solo cinque nano particelle
comunemente usate, ponendo attenzione su come queste particelle siano in
grado di causare disordine e mutazione nel DNA umano:
I
ricercatori si sono concentrati su cinque tipi di nano particelle
ingegnerizzate – argento, ossido di zinco, ossido di ferro, ossido di
cerio e diossido di silicio (conosciuto anche come silicio amorfo) –
utilizzate a livello industriale. Alcuni di questi nano materiali posso
produrre radicali liberi chiamati specie reattive dell’ossigeno, e
possono alterare il DNA. Una volta che queste particelle entrano nel
corpo, si possono accumulare nei tessuti, causando ulteriori danni.
Nello
studio è stato riscontrato che l’ossido di zinco, usato spesso nelle
creme solari, e il nano argento produce un tasso più alto di danni al
DNA:
…. I
ricercatori del Massachusetts Institute of Technology e dell’Harvard
School of Public Health hanno testato gli effetti delle nano particelle
su due tipi di cellule comunemente usate per studi di tossicità: una
tipologia di cellule del sangue umano chiamate linfoblastoidi, e una
linea immortalizzata di cellule ovariche.
L’ossido
di zinco e di argento produce danni più gravi al DNA in entrambe le
linee cellulari. In una concentrazione di 10 microgrammi per millilitri –
una dose non abbastanza alta per uccidere tutte le cellule – queste
generano un grande numero di rotture del DNA a singolo filamento.
Il
diossido di silicio, che comunemente viene aggiunto nella produzione di
alimenti e medicinali, genera danni al DNA di basso livello. L’ossido di
ferro e di cerio sono anch’essi portatori di scassa genotossicità.
Questo
studio aggiunge una nuova dimensione al crescente concetto dell’uso di
nano particelle in quanto la maggior parte delle precedenti ricerche si
sono concentrate sui danni alle cellule, ma non sugli effetti che queste
particelle hanno sul DNA.
Fino ad
ora, la maggior parte degli studi sulla tossicità delle nano particelle
si sono concentrati sulla sopravvivenza delle cellule dopo
l’esposizione. Molto pochi hanno esaminato la genotossicità, oppure la
capacità di danneggiare il DNA – un fenomeno che non porta
necessariamente all’uccisione delle cellule, ma che può portare a
mutazioni tumorali se i danni non vengono riparati.
Conclusioni
Alcuni
ricercatori, fra questi l’autore degli studi del Massachusetts Institute
of Technology e dell’Harvard School of Public Health, hanno mostrato
preoccupazione riguardo la potenziale tossicità delle nano particelle:
“è
necessario monitorare e valutare la tossicità o il rischio che questi
materiali possono avere. Esistono tantissime varianti di questi
materiali, in differenti dimensioni e forma, e vengono inseriti in
tantissimi prodotti,” sostiene Christa Watson, studentessa di
post-dottorato alla Harvard School of Public Health. Le nano particelle
vengono impiegate in così tanti cibi, medicinali e altri prodotti di uso
comune. Noi adesso sappiamo che causano danni al DNA, per cui
un’approccio responsabile deve consistere nel monitorare e valutare la
loro tossicità?
Esattamente
come alimenti genericamente ingegnerizzati, che sono già stati
consumati a livello mondiale, è accaduto che i ricercatori abbiano
determinato la loro pericolosità per la salute, ma i problemi incontrati
nell’eliminare i prodotti dal mercato permette il loro consumo a
livello mondiale nonostante le attestate ricerche che indicano la loro
pericolosità.
Secondo
Tom Philpot, scrittore del Grist in 2010, ‘ Così come per gli organismi
geneticamente modificati, la strategia sembra essere: per prima cosa,
rilasciare in massa le riserve alimentari; poi, valutare i rischi (se
possibile).’
Traduzione di Montevecchi Valentina
scritto da Terence Newton
Per Redazione Segnidalcielo
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