ORMAI PIU’ O MENO SI CONOSCONO QUALI INSIDIE POSSANO NASCONDERSI DIETRO GLI ALIMENTI CONFEZIONATI E DI PRODUZIONE INDUSTRIALE
Spesso
eccessivamente ricchi di sale, zucchero e grassi, tanto da spingere
alcuni governi verso la proposta di tassare quei cibi ritenuti
maggiormente dannosi per la salute.E’ ormai un dato di
fatto: alimentazione scorretta e malattie del benessere sono
strettamente correlate. La prevenzione è la regola principale ed essa
non può che passare attraverso abitudini alimentari realmente corrette,
che dovrebbero prevedere una drastica eliminazione dei seguenti cinque
ingredienti raffinati d’uso comune.
Lo zucchero
raffinato è tra i maggiori imputati dell’insorgere di quelle che
vengono definite come malattie del benessere: diabete, obesità, problemi
legati al metabolismo, ipertensione, danni a livello del fegato.
Secondo studi recenti lo zucchero raffinato sarebbe da considerare tra
le cause che ogni anno provocano la morte di 35 milioni di persone, con
particolare riferimento al diabete ed alle malattie cardiocircolatorie.
Il consumo di zucchero bianco sarebbe triplicato nel corso degli ultimi
50 anni ed andrebbe drasticamente ridimensionato. Esso, sia che venga
derivato dalla barbabietola o dalla canna da zucchero, per assumere il
candore che noi tutti conosciamo, subisceprocedimenti di
raffinazione che comprendono l’impiego di calce, zolfo e carbone
animale, oltre che di coloranti utilizzati per eliminarne i riflessi
giallognoli. Lo zucchero risulta in questo modoimpoverito sia dei
minerali che delle proteine presenti nelle materie prime di partenza.
Anche lo zucchero greggio viene trattato con zolfo, ma in seguito non
subisce processi di decolorazione.
Alternative: Tra i sostituti dello zucchero raffinato possono esservi la stevia (non lavorata industrialmente), lo sciroppo di riso, il succo concentrato di mela o uva, lo sciroppo d’acero o d’agave.
Alternative: Tra i sostituti dello zucchero raffinato possono esservi la stevia (non lavorata industrialmente), lo sciroppo di riso, il succo concentrato di mela o uva, lo sciroppo d’acero o d’agave.
La farina
00 rappresenta spesso l’ingrediente di base di numerose preparazioni
sia casalinghe ed industriali. E’ sufficiente aprire qualsiasi comune
ricettario per rendersi conto di come tra gli ingredienti per la
preparazione di una torta casalinga, che dovrebbe dunque risultare più
“sana” rispetto ad un prodotto confezionato, vi sia per la maggior
parte delle volte la farina 00, cioè la più raffinata tra le farine in
commercio. Tramite i processi di raffinazione questo alimento perde
purtroppo gran parte del proprio contenuto nutritivo, con particolare
riferimento al germe contenuto nei chicchi, ricco di aminoacidi, Sali
minerali e vitamine del gruppo B ed E. Gli effetti negatici dell’impiego
abituale di farina 00 nella propria alimentazione sono stati posti in
luce dal Professor Franco Berrino, ex direttore del Dipartimento di
medicina predittiva e per la prevenzione dell’Istituto Nazionale dei
Tumori di Milano e consulente della Direzione scientifica. Egli
sottolinea come provochi un aumento della glicemia e il
conseguente incremento dell’insulina, fenomeno che nel tempo porta ad un
maggior accumulo di grassi depositati e ad un indebolimento generale
dell’organismo, rendendolo maggiormente esposto nei confronti delle
malattie, tumori inclusi.
Alternative: la farina raffinata può essere sostituita da farina integrale o semi-integrale (farina di tipo 2). Meglio ancora ricorrere a farine artigianali acquistate nei molini e macinarsele in casa con apparecchi appositi.
Alternative: la farina raffinata può essere sostituita da farina integrale o semi-integrale (farina di tipo 2). Meglio ancora ricorrere a farine artigianali acquistate nei molini e macinarsele in casa con apparecchi appositi.
La
notizia è recentissima. In Italia il consumo di sale è ancora
eccessivamente elevato e ben superiore a quanto raccomandato da parte
dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Mentre non si dovrebbero
mai superare i 5 grammi di sale al giorno, il suo consumo nel nostro
Paese sarebbe quasi il doppio. L’eccessivo consumo di sale è legato
all’insorgere di malattie cardiovascolari è può incidere negativamente
su situazioni già presenti di ipertensione. Gli esperti confermano che
riducendo il consumo di sale si potrebbe evitare la morte di almeno 26
mila persone ogni anno. E’ necessario anche sottolineate che la
tipologia di sale che si decide di utilizzare sulla propria tavola non è
da sottovalutare.
Alternative: Se, da una parte, è possibile evitare un consumo eccessivo di prodotti confezionati molto ricchi di sodio, dall’altra si potrebbe sostituire il comune sale da cucina con del sale integrale (sale marino integrale, sale rosa dell’Himalaya), che, a differenza del sale ottenuto industrialmente, presenta, oltre al cloruro di sodio, un contenuto da non sottovalutare di sali minerali come calcio, magnesio, potassio, ferro, rame e iodio
Alternative: Se, da una parte, è possibile evitare un consumo eccessivo di prodotti confezionati molto ricchi di sodio, dall’altra si potrebbe sostituire il comune sale da cucina con del sale integrale (sale marino integrale, sale rosa dell’Himalaya), che, a differenza del sale ottenuto industrialmente, presenta, oltre al cloruro di sodio, un contenuto da non sottovalutare di sali minerali come calcio, magnesio, potassio, ferro, rame e iodio
Ecco
un altro ingrediente onnipresente in numerosi alimenti confezionati sia
dolci che salati. L’olio di palma, quando non indicato come tale,
potrebbe nascondersi comunque dietro la sibillina dicitura in etichetta
di “olio vegetale” o “oli vegetali”. Urge in questo senso, a tutela dei
consumatori, la diffusioni di indicazioni maggiormente
chiare all’interno delle liste degli ingredienti presenti sulle
confezioni degli alimenti. L’olio di palma è ritenuto dannoso per la
salute per vie del suo elevato contenuto di grassi saturi, che può
raggiungere anche il 50% nel caso dell’olio di palma derivato dai frutti
e l’80% nell’olio di palmisto, derivato dai semi. Ad un’alimentazione
eccessivamente ricca di grassi saturi, si lega un maggiore rischio di
contrarre malattie cardiovascolari. Dal punto di vista ambientale, la
produzione di olio di palma contribuisce purtroppo alla deforestazione
di aree dal valore naturalistico inestimabile, comprese antiche foreste
pluviali.
Alternative: Per evitare l’olio di palma sarebbe necessario controllare con attenzione le liste degli ingredienti, diffidare da snack, merendine, piatti pronti e creme spalmabili industriali e passare all’autoproduzione casalinga degli stessi, utilizzando oli più equilibrati, come l‘olio extravergine d’oliva o oli vegetali biologici spremuti a freddo.
Alternative: Per evitare l’olio di palma sarebbe necessario controllare con attenzione le liste degli ingredienti, diffidare da snack, merendine, piatti pronti e creme spalmabili industriali e passare all’autoproduzione casalinga degli stessi, utilizzando oli più equilibrati, come l‘olio extravergine d’oliva o oli vegetali biologici spremuti a freddo.
La
diffusione dei grassi idrogenati nei prodotti industriali va spesso di
pari passo con quella dell’olio di palma. Margarine, merendine alla
crema, piatti pronti già conditi, surgelati e prodotti da forno di vario
tipo possono contenerne. La loro presenza è sempre indicata in
etichetta, quindi è sufficiente porre attenzione a ciò che si acquista
per fare in modo di evitarli il più possibile. I rischi per la salute
relativi ai grassi idrogenati sono legati alla loro capacità di
aumentare i livelli del colesterolo LDL e di diminuire quelli del
colesterolo HDL, considerato “buono”. Un’alimentazione che prevede un
consumo disattento di grassi idrogenati può rendere i vasi sanguigni
meno flessibili ed influire negativamente sulla pressione del sangue. I
grassi idrogenati sono ottenuti tramite un processo di lavorazione degli
oli insaturi, che mira ad ottenere grassi di consistenza differente, a
seconda degli impieghi industriali. Si ottengono così dei grassi
insaturi, anche denominati “grassi trans”, la cui presenza nella dieta è
stata legata alla comparsa di ictus, arteriosclerosi e malattie
coronariche.
Fonte: http://curiosity2013.altervista.org/
Tratto da: ilfattaccio.or
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