Fonte PerChiunqueHaCompreso
Facciamo un po' d'ordine, e quindi un'ipotesi.
I telegiornali delle maggiori emittenti lo stanno ripetendo a tutto il mondo:
l'intelligence USA dice di avere informazioni credibili riguardo al rischio
imminente di attentato "terrorista" . Una ventina di ambasciate
americane in Africa settentrionale e medio oriente resteranno chiuse domenica 3
agosto, per prudenza.
Ora, le domande più logiche che vengono in mente sono due:
Se l'intelligence ha davvero informazioni così credibili, come mai non riesce
ad individuare un pericolo e un luogo preciso, e a prendere le dovute
contromisure?
A cosa serve chiudere le ambasciate per un giorno? Forse i
"terroristi" per agire aspettano di avere la domenica libera?
La ridicolaggine della situazione è chiara. E allora, cosa c'è sotto?
Sappiamo che, a partire dall'auto-attentato delle torri gemelle, gli USA hanno
usato il "pericolo terrorismo" come pretesto per ottenere il consenso
dell'opinione pubblica alle guerre in terra straniera e a misure liberticide
sul piano interno. Che questa strombazzata chiusura delle ambasciate quindi sia
solo un ricordino affinché non ci si dimentichi che il pericolo è sempre lì, in
agguato, e che gli USA sono lì pronti a proteggerci? Forse, ma forse c'è di
peggio.
Il sospetto nasce dopo aver ascoltato le parole del segretario di stato USA
John Kerry a proposito della "soffiata" di Edward Snowden:
"E' un individuo che ha minacciato questo paese, che ha messo gli
americani a rischio. Potrebbe morire della gente, in conseguenza di cosa
quest'uomo ha fatto. E' possibile che gli Stati Uniti vengano attaccati, perché
i terroristi adesso sanno come proteggersi in qualche modo che prima non
sapevano. E' stato un atto molto pericoloso."
Ma guarda un po': Snowden se ne esce dicendo che la NSA sorveglia tutto e
tutti, come se già non si sapesse, e adesso Kerry dice che, a causa di questa
"soffiata" che soffiata non è, gli USA sono in pericolo di attentati.
Poco dopo, viene annunciato che le ambasciate resteranno chiuse. Sospetto, a
dir poco.
Prima di tutto dobbiamo tenere presente, come detto poc'anzi, che Edward
Snowden molto probabilmente non è un eroe, nè un traditore, ma un agente che
sta recitando il suo copione. Le prove di questo sono abbastanza schiaccianti:
-un impiegato della più potente e segreta agenzia di intelligence americana, la
NSA, tutto ad un tratto si fa venire scrupoli di coscienza? D'improvviso
considera spiare immorale?
-la sua "soffiata" è stata subito accolta e annunciata dai media. Se
davvero fossero stati segreti di stato, crediamo davvero che i media li
avrebbero gridati ai quattro venti?
-non ha detto nulla sui segreti più gelosamente custoditi: chi ha ucciso
Kennedy, chi ha organizzato l'auto-attentato del 2001, ecc.
-non ha detto nulla che qualsiasi persona bene informata, o perfino
ragionevole, non sapesse già. Sapevamo già di Echelon, di Carnivore, sapevamo
che filtrano ogni email e ogni messaggio elettronico. Lo sapevamo già,
nonostante la Merkel e qualche altra faccia tosta finga di cadere dalle nuvole.
A questo punto proviamo a mettere i pezzi assieme: abbiamo Snowden che finge di
spifferare dei segreti; il segretario di stato Kerry che spaventa gli americani
dicendo che Snowden li ha messi in grave pericolo (evidentemente sapendo che
non è affatto vero); la decisione di chiudere le ambasciate americane in medio
oriente una domenica di agosto, causa "probabili attacchi
terroristici".
Proviamo a immaginare cosa succederebbe se domani succedesse davvero qualche
attentato disastroso, come nel 2001 o peggio. Gli americani sarebbero
terrorizzati, e chiederebbero protezione al governo. Il governo USA avrebbe
così ottenuto due piccioni con una fava:
-il pretesto per attaccare la Siria, o comunque avviare la guerra
-la "dimostrazione" che Snowden è un traditore cattivo, che la NSA è
buona e serve per la sicurezza, che essere spiati è un bene a cui non si può
fare a meno, pena i "terroristi".
Ma guarda un po'. Mica male per il governo, eh? Sempre la solita tattica della
paura: crea un finto nemico, spaventa la gente, usalo come pretesto per fare le
guerre e tenere la gente (e i dissidenti) sotto il pugno di ferro.
Sarà mica davvero questo, il piano?
Di certo, se è stata messa in scena la finta soffiata di Snowden, un motivo ci
sarà. A cosa può servire dire agli americani e a mezzo mondo che sono
sorvegliati dalla NSA, cosa che molti già sapevano, e che certo non promuove la
buona immagine del governo? Ma se ora succede qualcosa di brutto e se ne dà la
colpa alla "soffiata" di Snowden, voilà! Anche i cittadini più
preoccupati per la privacy saranno contenti di rinunciarvi, in cambio della
"protezione" del governo. Un semplice attacco false-flag avrebbe
potuto fornire un pretesto per la guerra, ma legare in modo così esplicito il
pericolo di attentato alle "rivelazioni" di Snowden servirebbe anche
a vincere una volta per tutte la resistenza della popolazione contro
l'invadenza dello spionaggio USA.
Ovviamente, non possiamo sapere come stanno realmente le cose. Forse l'annuncio
della chiusura delle ambasciate serve solo come promemoria che il terrorismo è
sempre in agguato. Resterebbe allora il punto di domanda sul perché sia stato
messo in scena il caso Snowden.
Forse invece c'è proprio un piano che lega la finta soffiata di Snowden a
qualche "attentato terrorista" da effettuarsi domani o fra un mese o
fra un anno, e da imputare al "tradimento" di Snowden affinché la
gente accetti di essere sorvegliata senza riserve. Spero che non sia così.
Ormai però c'è da aspettarsi di tutto.
Mandragola
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