Il Cambiamento
by Marco Cedolin
Ci sono
voluti quasi due mesi, dopo le elezioni di febbraio, per condurre
l'Italia al punto d'incontro con il secondo golpe, promesso da Napolitano e da Monti a tutti i poteri forti internazionali alla
vigilia della campagna elettorale.
In
molti si supponeva che saremmo giunti al nuovo colpo di stato,
attraverso le ire dei mercati ed il progredire dello spread, invece
la strada scelta è stata di tutt'altra natura.
Bersani e Berlusconi hanno di fatto menato per il naso gli italiani che li hanno votati, attraverso due mesi di teatrino tanto folkloristico e disordinato, quanto mirato ad ottenere l'effetto voluto. Il primo ostinandosi fintamente ad inseguire l'appoggio di Beppe Grillo, pur sapendo bene che mancava qualsiasi spazio per ottenerlo. Il secondo cavalcando l'affondamento dell'Italia (quasi le colpe del disastro fossero di un evento tellurico) ed inseguendo Bersani, fingendo di volerlo abbracciare stretto.
Bersani e Berlusconi hanno di fatto menato per il naso gli italiani che li hanno votati, attraverso due mesi di teatrino tanto folkloristico e disordinato, quanto mirato ad ottenere l'effetto voluto. Il primo ostinandosi fintamente ad inseguire l'appoggio di Beppe Grillo, pur sapendo bene che mancava qualsiasi spazio per ottenerlo. Il secondo cavalcando l'affondamento dell'Italia (quasi le colpe del disastro fossero di un evento tellurico) ed inseguendo Bersani, fingendo di volerlo abbracciare stretto.
PD e
PDL hanno passato il tempo cianciando di cambiamento e chiamando i
propri elettori a manifestazioni farsa, fino ad arrivare al momento
dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.....
Giunti
al punto concordato, Bersani, pur avendo la possibilità di fare
eleggere fin dalla prima votazione un uomo del suo partito, nella
persona di Stefano Rodotà, proposto molto generosamente da Beppe
Grillo, unitamente alla promessa di quell'apertura in chiave nuovo
governo a lungo (fintamente) agognata, ha detto di NO, preferendo
proporre Marini con il gradimento di Berlusconi. Giunto alla quarta
votazione, quando Marini avrebbe avuto i voti per venire eletto,
essendo scesa la soglia, ha detto di NO anche a Marini, preferendo
riesumare il cadavere politico di Romano Prodi, uno dei pochi uomini
invisi a Berlusconi e pertanto destinabile a venire bruciato,
mancando l'appoggio del PDL e del partito di Monti.
A
questo punto i giochi erano fatti, per giustificare l'avvento del
golpe. Tutti i partiti (a parte Grillo ovviamente) in fila alla corte
di Giorgio Napolitano, per incoronarlo alla guida del secondo colpo
di stato, così come imponevano i dettami della troika e
dell'amministrazione Obama.
Basta
dissidi, basta veti incrociati, basta franchi tiratori, basta
distinguo, basta presidi a comando davanti a Montecitorio, basta
polemiche. Tutti uniti, felici e soddisfatti, nel nome del nuovo che
avanza e garantirà all'Italia un futuro prospero, sulla falsariga di
quanto sperimentato negli ultimi anni.
Molto
(ma proprio molto) presto anche la formazione del nuovo governo non
sarà più un problema. Nessuno parlerà più di elezioni, nessuno si
sentirà in difetto ad abbracciare il proprio avversario politico,
nessuno si sognerà di creare problemi. Napolitano nominerà Giuliano
Amato alla guida di un nuovo governo delle banche, sulla falsariga di
quello guidato da Monti e tutto sarà pronto per le nuove tasse, i
nuovi licenziamenti, i nuovi suicidi ed il nuovo crollo del paese.
Il
cambiamento arriva a grandi passi, attenti a non rimanere
disorientati. E Beppe Grillo? Fino all'ultima votazione il movimento
5 stelle ha continuato a sostenere il nome (condivisibile o meno) di
Stefano Rodotà, ma a detta della vulgata si tratterebbe di un partito incoerente, inesperto e
privo di senso di responsabilità. Buona parte della colpa di quanto
accaduto verrà attribuita a lui. Voleva il cambiamento e ora che
Napolitano viene ad incarnarlo non si sente in dovere di appoggiarlo?
Vergogna!
Fonte : Il Corrosivo